La norma specifica un metodo per la determinazione degli elementi alluminio, antimonio, arsenico, bario, berillio, bismuto, boro, cadmio, cesio, calcio, cerio, cromo, cobalto, rame, disprosio, erbio, gadolinio, gallio, germanio, oro, afnio, olmio, indio, iridio, ferro, lantanio, piombo, litio, lutezio, magnesio, manganese, mercurio, molibdeno, neodimio, nichel, palladio, fosforo, platino, potassio, praseodimio, rubidio, renio, rodio, rutenio, samario, scandio, selenio, argento, sodio, stronzio, terbio, tellurio, torio, tallio, tulio, stagno, titanio, tungsteno, uranio e i suoi isotopi, vanadio, ittrio, itterbio, zinco e zirconio nell'acqua (ad esempio, acque potabili, superficiali, sotterranee, di scarico ed eluati).
Tenendo conto delle interferenze specifiche e aggiuntive, questi elementi possono essere determinati nell'acqua e nelle soluzioni di mineralizzazione di acqua e fanghi (ad esempio, soluzioni di mineralizzazione di acque come descritto in ISO 15587-1 o ISO 15587-2).
L'intervallo di lavoro dipende dalla matrice e dalle interferenze riscontrate.
Anche elementi diversi da quelli menzionati nel campo di applicazione possono essere determinati in base alla presente norma, a condizione di operare una adeguata validazione.