La norma descrive una metodologia per la determinazione del fosforo mediante la tecnica “test in cuvetta” in acque naturali con concentrazione salina < 1,5% (m/m), acque destinate al consumo umano, acque reflue e acque di utilizzo industriale (per esempio per caldaie e per raffreddamento), nell'intervallo di concentrazione compreso tra 0,05 mg/l di P (0,15 mg/l come HPO42-) e 20,0 mg/l di P (60 mg/l come HPO42-). Il fosforo, che proviene da fonti sia naturali che antropiche (soprattutto scarichi civili e industriali), può dar luogo a fenomeni di eutrofizzazione.
Il contenuto di fosforo viene determinato dopo una reazione di ossidazione dei composti di fosforo presenti nel campione e successiva reazione a formare un complesso blu di fosfomolibdato che viene analizzato spettrofotometricamente alla lunghezza d'onda tra 870 e 890 nm.