La norma definisce i requisiti relativi all'attività professionale delle figure operanti nel campo della traduzione e dell'interpretazione, ossia i professionisti che rendono possibile la comunicazione tra diverse realtà linguistiche e culturali.
Tali requisiti sono specificati, a partire dai compiti e attività specifiche e dall'identificazione dei relativi contenuti, in termini di conoscenze e abilità, anche al fine di identificarne chiaramente il livello di autonomia e responsabilità in coerenza con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ). Tali requisiti sono inoltre espressi in maniera tale da agevolare e contribuire a rendere omogenei, per quanto possibile, i relativi processi di valutazione della conformità.
Nella descrizione dell'attività professionale si deve tenere in considerazione la variabilità (anche molto marcata) di numerosi e differenti aspetti, tra i quali si segnalano:
- modalità e criteri di esecuzione della prestazione,
- competenze soggettive,
- aspettative e richieste dei committenti,
- percorsi di formazione e apprendimento,
- valore aggiunto riconosciuto alla prestazione.
Per questa ragione, si è ritenuto opportuno distinguere più profili specialistici ai fini dell'esercizio della professione:
a. interprete di conferenza,
b. interprete in ambito giuridico-giudiziario,
c. interprete in ambito socio-sanitario,
d. interprete in ambito commerciale,
e. interprete di lingua dei segni,
f. traduttore tecnico-scientifico,
g. traduttore giuridico-giudiziario,
h. localizzatore,
i. adattatore dialoghista.
Conseguentemente, nella norma, i profili specialistici sono definiti separatamente, benché essi non siano separabili in senso assoluto o incompatibili tra loro. È quindi possibile che a una medesima persona siano richiesti ed eventualmente assegnati da parte del committente compiti relativi a più di uno di questi profili, per i quali si rendono comunque necessarie le conoscenze, abilità e livello EQF/QNQ previsti nella norma per ciascuno dei profili interessati.